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Terra e Passione

Il nostro territorio presenta tutte le caratteristiche per la coltivazione della vite, protetto dai monti della Majella e dal Promontorio del Gargano non è soggetto a gelate , ma ha una buona ventosità e scarsa piovosità che non provoca lo sviluppo di muffe . Il terreno è calcare-argilloso con presenza di limo e sabbia, ha un altitudine tra 80 e 100 m. s.l.m. e una leggera pendenza,  presenta un ottima insolazione e buone escursioni termiche giornaliere.

I terreni ben dotati di calcare e sostanza organica, possiedono una elevata capacità idrica consentendo così una regolare maturazione dell’uva. Su questi terreni le uve maturano lentamente, senza sbalzi improvvisi, senza riduzioni del grado di acidità e senza dispersioni delle componenti aromatiche.

L’aspetto più importante sulla coltura della vigna è quello esercitato dai fattori ambientali , in primis il terreno e il clima perché la fisiologia della pianta e soprattutto le azioni reciproche e antagoniste della fase vegetativa e di accumulo sono influenzati dal sole e dalla pioggia che rappresentano il cibo della vite, la quale se curata e nutrita in maniera adeguata, darà i suoi frutti migliori. La caratteristica che ci contraddistingue è la coltivazione nel rispetto della tradizionale lavorazioni vengo , infatti , le lavorazioni sono eseguite a mano, potatori  si occupano della pota manuale, perché  solo il lavoro dell’occhio esperto sa come ottenere il meglio dalla pianta. si attende la  primavera per sfogliare la vite permettendo al sole del Tavoliere di baciare i giovani acini,  garantendo una maturazione ideale, dopodiché si diradano i grappoli, e solo l’uva migliore si trasformerà in vino.
Uno dei sistemi di allevamento utilizzati nelle Regioni Meridionali, soprattutto per la produzione di uva da vino è l’allevamento a tendone e a spalliera per la migliore qualità ottenuta e per la facilità di meccanizzazione; in particolare nell’allevamento a tendone le viti sono alte circa 2 mt. e da ciascuna di esse dipartono, in posizione orizzontale, 3-5 capi a frutto, che poggiano su un’impalcatura di pali e fili di ferro con maglie di 50 cm: in questo modo è possibile avere una copertura continua su tutto il terreno.
I sesti d’impianto variano molto, a seconda della vigoria e delle condizioni ambientali: 220×150  (3000 piante/ha – a spalliera) con terreno fresco e vitigno vigoroso,220×220 (2000 piante/ha a tendone) in terreni di media fertilità e asciutti, in clima caldo e arido . 

Leonardo Da vinci definiva la vendemmia come qualcosa che doveva accadere…sono passati molti anni dall’enunciazione di questa frase eppure la vendemmia continua a esserci e  ad evolversi nel tempo accurando le varie tecniche di produzione e coltivazione; tale periodo rappresenta il lavoro per cui il viticoltore con passione e dedizione ha portato ad ottenere un buon vino da grappoli giunti a perfetta maturazione ( ovvero quando nell’acino il rapporto tra la  percentuale  di acido e di zuccheri ha raggiunto il valore ottimale).

 Durante l’anno la vite viene curata, dalla potatura invernale a quella estiva, dalla cimatura, defogliatura e altri vari trattamenti, per far si che il prodotto finale sia uno dei migliori. il periodo della vendemmia dura più o meno un mese, dipende dalle varietà che si coltivano ;l attività inizia la mattina presto, per preservare al massimo gli aromi primari dell’uva. Le ore lavorative non sono sempre regolari, si può lavorare dalle 7 alle 10 ore al giorno.

Le settimane non conoscono sabati e domeniche, per paura di qualche pioggia. L’armonia lavorativa crea un contatto con la natura, ci si accorge cosi di quanto lavoro, di quanta fatica, di quanto tempo, e sudore stia  dietro ad un bicchiere di vino,realizzato soprattutto con passione e amore di chi vive e ama la vigna da generazioni.

La Puglia è una delle regioni in cui l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale nel contesto economico , quella prevalente è di tipo intensivo e moderna che permette alla regione di essere ai primi posti in Italia per la produzione di molti prodotti, tra i quali uva da tavola, produzione di olio di oliva, grano duro e pomodori soprattutto nella città di San Severo (FG).

La capitanata infatti si presenta come  il nucleo per la produzione di vino nella regione pugliese. L’origine del nome risale probabilmente all’epoca della dominazione bizantina, col significato di territorio amministrato da quei funzionari del governo bizantino che ebbero il nome di “catapani”.

La Capitanata è costituita da tre zone, le quali hanno forme e caratteri completamente diversi fra loro: sono – da O. a E. – il paese appenninico, il Tavoliere di Puglia e il Gargano. 

Il Tavoliere di Puglia, che è stato per molti secoli area prevalentemente utilizzata per il pascolo è oggi, per contrario, coltivato in gran parte a cereali, sebbene continui in alcune zone ad essere largamente sfruttato per l’industria armentizia; le colture arbore e dell’ulivo, degli alberi da frutta e  sono diffuse nella zona di S. Severo a nord ( nota per i vini bianchi ), oltre che in prossimità dei centri garganici.  i luoghi di culto come San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo  fanno del Gargano la “Montagna Sacra”.

San Severo è situata nella parte settentrionale della Capitanata, alla confluenza di antichi e moderni itinerari con il vicino Gargano e il Subappennino Dauno .

Il sito della città è stato abitato fin da tempi remoti, come dimostrano i reperti esposti nel Museo Archeologico, ma il primo  assetto del centro storico dovrebbe risalire all’alto Medioevo. Nel XIII secolo San Severo raggiunge una notevole rilevanza  per il suo vino ,il quale divenuto il migliore della zona; affiancato dalla produzione di grani pregiati e ottimo olio d’oliva.

Nel ‘700 la città acquista una nuova fisionomia, con la costruzione di palazzi, chiese e grandiosi monasteri in stile tardo-barocco che rappresentano, insieme al vino, l’interesse per una visita a questa prosperosa città pugliese . La città ricorda le gesta del grande Federico II di Svevia, il quale considerava S.Severo una delle sue mete preferite; avendo fatto costruire Castel Fiorentino ,luogo in cui  perse la vita a causa di una malattia intestinale. Ivi, in presenza di numerosi dignitari il 7 dicembre dettò il testamento; spirò il 13 dicembre 1250, dopo avere vestito l’abito grigio dei Cistercensi e avere ricevuto l’assoluzione e l’estrema unzione dall’arcivescovo di Palermo Berardo di Castagna, che gli era stato accanto dal 1209. La salma fu traslata a Palermo e composta in un sarcofago di porfido nella cattedrale.

Finita la transumanza e l’economia dell’agro di San Severo comincia a trasformarsi da pastorale in agricola; infatti nel  Novecento la città acquista sempre più caratteristiche moderne in particolare nel 1915  apre il nuovo Ospedale Civile, nel 1923 è inaugurato, alla presenza dell’erede al trono d’Italia Umberto di Savoia, il grandioso edificio scolastico “Principe di Piemonte”, e nel 1937 inizia la sua attività il nuovo Teatro Comunale, tra i più grandi della Penisola, progettato dall’accademico italiano Cesare Bazzani e decorato dall’artista Luigi Schingo; la monumentale struttura è oggi chiamata in onore di Giuseppe Verdi. Nella seconda metà del secolo, in una situazione culturale prospera e in continuum ritroviamo figure di elevata professionalità artistica come lo scrittore Nino Casiglio e il geniale fumettista Andrea Pazienza.